venerdì 8 luglio 2011

Black respite (o autoritratto con cubo bianco)

2011, olio su tela, cm 89,5x129

seconda opera in concorso al premioceleste 2011

just a bit more time

2011, olio su tela, cm 111x149

Tempo sprecato ad aspettare, tempo sprecato nell’immobilità, tempo sprecato a pensare. Tempo perso. La testa è pesante, tocca reggerla da quanto è gonfia di pensieri superflui. E’ che gli stimoli sono troppo pochi qui e il risultato non soddisfa: quel braccio è troppo rigido, le mani innaturali e mal dipinte; il colore sfugge al controllo, la tela è troppo grande e i pennelli troppo piccoli, il bianco di titanio non si asciuga!Ma quando finisce?Sta diventando pesante!...Sta scadendo il termine!..E’ finito?Boh!..poteva andare meglio?Boh!..E’ così che doveva essere! “Oh ma è bello eh!!!..più degli altri!!”...Si vabbé…aspettiamo…ancora un po’ di tempo!!

Opera in concorso al premioceleste 2011

Sara P.

2011, olio su tela, cm 40x57

ventunopertredici 10

2011, acquerello su carta, cm 21x13

ventunopertredici 8

2011, acquerello su carta, cm 21x13

giovedì 7 luglio 2011

ventunopertredici 6

2010, acquerello su carta, cm, 21x13

ventunopertredici 5

2010, acquerello su carta, cm 21x13

ventunopertredici 4

2010, acquerello su carta, cm 21x13

ventunopertredici 3

2010, acquerello su carta, cm 21x13

Black cicarette

2010, olio su tela, cm 60x80

White corner

2010, olio su tela, cm 100x120

Se uno sguardo esprime più di mille parole, lo sguardo di quest’opera per
posizione, colore, dimensione e profondità, ne sintetizza tutto il lavoro.
Lo sguardo di un “bianco malato”, perso in pensieri indistinti accettati passivamente,
rispecchia la confusione di questa ennesima generazione X, inglobata
in questa organizzazione sociale che pretende continue prove, certezze e
scadenze, che vive di mass media dove spesso le nuove generazioni si rifugiano in
modo puramente virtuale. Una società che propina sogni preconfezionati e miseri eroi.
Lo sguardo perso catalizza l’attenzione anche essendo decentrato nell’opera,
ai margini del quadro, proprio come questa generazione messa ai margini
della società per possibilità d’espressione e di “scalata sociale” ma che comunque
riesce ad avere sussulti di vitalità e di estrema creatività.
Quest’opera ha l’espressione persa nel vuoto dell’incertezza del futuro, i sogni
che diventano vestiario e le lunghe braccia strette a serrare gambe che non corrono, perché non possono, perché non vogliono.
Una figura seduta a terra, nel “freddo” angolo di una toilette(?), che al di là dei simbolismi, trasmette distacco e attesa.
L’attesa di una generazione che pretende senza urlare.
P. Citera
Opera in concorso al premioceleste 2010

Rom

2009, olio su tela, cm 89x120

 Rom: una riflessione, attraverso il ritratto, sui bambini nomadi, spesso inconsapevoli della loro stessa età ed isolati da un modo di vivere “convenzionale”.Vaganti all’interno di una società spesso inquadrata in schemi precisi e ripetitivi, i piccoli nomadi moderni , sono la rappresentazione vivente di un paradosso sociale, di una cultura che non rientra nei canoni di una società educata al perbenismo, una società nella quale sono presenti anche bambine troppo piccole per la vita che devono condurre, ma già troppo adulte per poter vivere in modo “normale”. Una conferma questa, del fatto che l’esistenza è qualcosa di fortemente relativo e per questo labile ed incerta.

Opera selezionata al premioceleste 2009

Strong cigarette

2009, olio su tela, cm 60x80

K-alarm

2009, olio su tela, cm 60x71

Dj

2009, olio su tela, cm 39x56

Giang (profilo)

2008, olio su tela, cm 50x70

Self portrait

2008, olio su tela, cm 95x129

Rock star

2008, olio su tela, cm 44x64

Fotografo

2008, olio su tela, cm 94x128

V-Synth

2008, olio su tela, cm 48x71

L'idraulico Ferretti

2008, acrilico su tela, cm 102x130

Mela

2006, acrilico su tela, cm 40x57

Specchio 1

2005, olio su tela, cm 90x102

Specchio 5

2005, olio su tela, cm 130x150